Originale ed antichissima tradizione locale, il brodetto è orgoglio della cucina marinara tipica vastese, perché impiega, nella caratteristica manipolazione, prodotti selezionati tratti dal mare Adriatico e dagli orti delle colline di Vasto. Il pesce, secondo la tradizione, deve essere fresco, pescato fra Ortona e Vasto e deve essere almeno di cinque, sei varietà. Razze, triglie, seppioline, noce, testone sono cucinati con aglio, peperoncino piccante e pomodoro fresco a pezzetti. La preparazione, nonostante sia un piatto semplice, è molto accurata ed è oggetto di secolari diatribe, nonché di un vero e proprio “disciplinare”.
“Lu vrudatte”, come viene chiamato in dialetto, si differenzia dagli altri guazzetti della costa adriatica per la semplicità degli ingredienti, non prevede soffritti, né l’aggiunta di acqua, brodo o aceto. Le varietà vanno messe nel tegame, una alla volta, a seconda della resistenza, in modo che cuociano insieme in venti minuti. Il pesce è cucinato intero e durante la cottura va scosso roteando il tegame, non girato, per evitarne la rottura. I giusti tempi di cottura delle varie specie ittiche e il tegame di terracotta, “tijelle di coccio”, in cui il pesce è cucinato, fanno il resto: rompere la tijella equivale a rompere un patrimonio di sapienza e aromi.
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